Nino Torretta e Sergio Ferrero

Lapide di Nino Torretta e Sergio Ferrero

Nino TORRETTA, Sergio FERRERO

Potete ascoltare l’audio della descrizione qui:

Nino Torretta (Monti), studente
26 aprile 1945 Strada Cascine Nuove
Nato a Torino il 03.12.1923, residente a Cumiana

Sergio Ferrero (Sergio), studente
26 aprile 1945 Strada Cascine Nuove
Nato a Cumiana il 16.02.1924, residente a Torino

Il 26 aprile 1945, una giornata di pioggia intensa, mentre in tutto il Piemonte è già in corso l'insurrezione generale, cadono a Cumiana gli ultimi partigiani della Divisione Autonoma Adolfo Serafino.

I due giovani furono colpiti in prossimità della strada Pinerolo–Torino, importante rotabile che stavano sorvegliando per l'intenso traffico di automezzi militari tedeschi in movimento.

Una relazione, scritta da un compagno superstite, testimonia cosa avvenne esattamente quel giorno.
Eccola:

"Mentre gli uomini consumavano il rancio, ci riunimmo col Comandante in un locale del Collegio dei Salesiani (l'Istituto Agrario Don Bosco) per decidere sull'attacco all'abitato di Frossasco; verso le sedici ci avvertirono che una nostra pattuglia era impegnata in combattimento sulla strada di Frossasco a circa un chilometro da Cumiana.
Subito ci avviammo verso la zona di combattimento.
Nino ed io che eravamo in possesso di biciclette riuscimmo ad arrivare tra i primi sul luogo.
Ad un certo punto, presi di mira dai tedeschi fummo costretti a continuare a piedi con molta cautela, sino a poche decine di metri dai tedeschi.
Breve fu la sparatoria e tre di cinque tedeschi si arresero.
Inviammo quindi i prigionieri alla cascina dove eravamo accampati. Sopraggiunse nel frattempo Foresti (Alberto Lippolis, il comandante), il quale indicò gli uomini che si sarebbero dovuti fermare per dare il cambio alla pattuglia che si era scontrata coi tedeschi.
Devo far notare che alcuni di noi ci fermammo di nostra volontà dietro l'approvazione del Foresti. Fra questi vi era anche Nino Torretta.

Ricordino di Nino Torretta

Quindi restammo sul luogo in cinque: Nino, Sergio, Nicola (partigiano della banda di Lupo), Mario di Villar Perosa ed io. Trascorsero non più di dieci minuti allorquando avvertimmo l'arrivo di un camion nemico. Eravamo quasi totalmente allo scoperto (non vi erano che prati con pochissimi alberi) quindi ci appostammo vicino alla strada e al passaggio dell'automezzo aprimmo il fuoco.
L'autista del camion incurante della sparatoria continuò la marcia.
A breve intervallo di tempo ne seguì un altro; era un camion che portava i segni della Croce Rossa, con sopra numerosi soldati (circa una quindicina).
Al passaggio dell'autoambulanza aprimmo il fuoco nuovamente; il camion non si arrestò, ma i tedeschi reagirono immediatamente; mentre si allontanava il secondo automezzo, ne avvistammo un terzo il quale si avvicinava a noi a tutta velocità proveniente anch'esso come gli altri due dalla stessa direzione, ossia dal Bivio-Cumiana.
Per il primo mi accorsi di questo terzo camion, avvertii subito i compagni di mettersi al riparo ed essi si spostarono lungo un piccolo fosso, mentre io cercavo di accertarmi della direzione che aveva preso all'incrocio della strada, dato che a causa della pioggia vi era una scarsa visibilità.
Sergio Ferrero Quarello Accertato che la macchina si avvicinava a noi mi avviai verso i miei compagni avvertendoli del pericolo. Li avevo quasi raggiunti allorché udii lo stridio di una forte frenata e subito il crepitio delle armi automatiche. Noi prontamente dirigemmo il fuoco sui tedeschi i quali disponendosi a ventaglio cercarono di ostacolarci.
Nino era a pochi metri da me e gli altri un poco più discosti. Cercammo di evitare l'accerchiamento continuando ad arretrare lungo il fosso.
Nel fossato vi era un fascio di legna il quale costituiva un ostacolo che fu superato agevolmente dagli altri compagni data la distanza che li separava da noi.
Quando io e Nino arrivammo all'ostacolo i tedeschi già erano ai lati e Nino forse non conoscendo a qual punto erano giunte le pattuglie tedesche, cercò di passare l'ostacolo quando gli vidi cadere l’arma di mano mentre lui buttandosi a carponi cercava di allontanarsi. Prima di accingermi a superare l’ostacolo diedi un’occhiata e vidi che i tedeschi si trovavano già ad un centinaio di metri oltre l'ostacolo nella direzione che aveva preso Nino, e di fronte ed alla mia sinistra ve n'erano altri che si trovavano alla distanza di cinquanta-sessanta metri.
Diressi il fuoco sui più vicini, attirando però su di me il fuoco di altri tedeschi. Fu allora che vista l'impossibilità di continuare a sparare retrocedetti attraverso il prato. Frattanto altri tedeschi, discesi dall'autoambulanza cercavano di circondarci totalmente.
Cercai di allontanarmi anche da questi quando fui colpito la prima volta al viso: poco dopo un'altra raffica mi colpiva alla coscia sinistra, fui quindi catturato.
Non vidi nulla di ciò che avvenne in seguito degli altri compagni.

Firmato:
Giuseppe Mazza"

(Testimonianza tratta, con piccoli adattamenti, dal Diario Alpi, conservato presso l'Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea)

Ai due patrioti sarà concessa la medaglia di bronzo.

Oggi chi voglia conoscere esattamente il punto in cui Torretta e Ferrero furono abbattuti, deve lasciare la SP 589 al bivio per la frazione Tavernette ed inoltrarsi nella campagna in direzione di Piscina.
Con un po' di attenzione, percorsi 500 metri, noterà un piccolo cippo posto all'incrocio di vecchie strade di campagna.

La collocazione originaria non era quella attuale, ma nel 1995 il Comune di Cumiana decise di trasferire il piccolo monumento di un centinaio di metri, fino all'incrocio di tre strade poderali, affinché esso apparisse più in vista.
Il luogo in cui caddero i due patrioti era stato occultato da un bosco di pioppi cresciuti negli anni.

Un'altra lapide a ricordo di Nino Torretta si trova sul muro della sua abitazione del tempo, una villa appena fuori Cumiana, sulla strada per Giaveno.

E una terza al Bivio di Cumiana.

carta topografica del luogo dello scontro

Fonti:
Airsp, Banca dati partigianato piemontese
Marco Comello, "Covo di banditi", Alzani, Pinerolo, 1998
Angela Trabucco, "Resistenza in Valchisone e nel pinerolese", Alzani, Pinerolo, 1984
Luciano Boccalatte, Andrea d’Arrigo, Bruno Maida, “Guida ai luoghi della guerra e della Resistenza nella provincia di Torino”, Blu Edizioni, Torino, 2009
AA.VV. "A ricordo di Ernesto Torretta: Nino Monti fra i suoi combattenti ventunenne, studente di ingegneria, tenente patriota della Val Chisone, comandante il Distaccamento di Cumiana, caduto per l'Italia e per la Libertà", Unione tipografico-editrice torinese, Torino, 1946
Archivio Centro Studi "Giorgio Catti" di Torino https://www.centrostudicatti.it
Per informazioni:
https://www.anpicumiana.it/documenti.html
http://www.memorialcumiana.it/homepage.html

Potete ascoltare l’audio della descrizione qui:

Video di Bella Ciao eseguita da Paolo Fresu

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