Verna

Lapide posta alla Verna di Cumiana

Potete ascoltare l’audio della descrizione qui:

Gianni Bert
nato a Sangano (Torino) il 9.4.1913, CADUTO ALLA VERNA

Giuseppe Bonino
nato a Médanos de las Cañas (Argentina) il 16.8.1917, CADUTO ALLA VERNA

Aurelio Carosso
nato a Calosso (Asti) il 2.11.1924, CADUTO A GIAVENO

Roberto Coletto
nato a Villarbasse (Torino) il 20.4.1916, CADUTO AL PONTE DELLA MAGNINA

Giuseppe Costanzia di Costigliole
nato a Torino il 22.8.1921, CADUTO A GIAVENO

Sergio Dal Bianco
nato a Perosa Argentina (Torino) il 26.11.1926, CADUTO A GIAVENO

Alessandro Garrone
nato a Torino il 20.4.1928, CADUTO AL CIOM

Giuseppe Garuf(f)i
nato a S. Teresa Di Riva (Messina) il 20.5.1918, CADUTO ALLA VERNA

Fausto Gavazzeni (Rossi)
nato a Torino il 19.7.1920, CADUTO A MAUTHAUSEN

Giovanni (Gianni) Gino
nato a Sangano (Torino) il 7.1.1923, CADUTO ALLA VERNA

Faroni, nome ignoto
CADUTO ALLA VERNA

Ferlito, nome ignoto
CADUTO ALLA VERNA

Foglia, nome ignoto
(forse Giulio, nato a Torino 1926), CADUTO ALLA VERNA

Trizza, nome ignoto
(forse Giuseppe, nato a Brindisi il 3.11.1916), CADUTO ALLA VERNA

Vaglio o Vagliò, nome ignoto
CADUTO ALLA VERNA


La lapide riporta i nomi di 15 caduti, ma i partigiani che persero la vita qui furono, presumibilmente, 9.
Altri cinque perirono in varie circostanze in località a pochi chilometri dalla Verna nei giorni di novembre e dicembre 1944 e uno, il comandante Fausto Gavazzeni detto Rossi, morì a Mauthausen nel marzo 1945.
La targa fu voluta dai compagni di lotta – quasi tutti appartenenti alla Divisione Val Chisone – nel novembre 1964 a vent'anni dagli avvenimenti.

Nel febbraio 1944 su queste montagne, poste in cima alla dorsale tra Cumiana e la valle giavenese del Romarolo, trovarono rifugio alcune formazioni nate in Val Sangone: la banda Nicoletta ai Morelli, la banda Nino e Carlo alla Moncalarda e la banda Sergio alla Verna.
Discretamente armati, ma soprattutto animati da forte determinazione, i partigiani della Val Sangone (tra cui numerosi cumianesi) si batteranno valorosamente, pur subendo aspri rastrellamenti, fino al termine della lotta e saranno tra i primi ad entrare in Torino il 27 aprile 1945.

Nel settembre 1944 alla Verna, alle Grange e ai Bastianoni si insediano i ragazzi di Fausto Gavazzeni, detto Rossi, e di Alberto Lippolis Foresti, che formano la VI Banda della divisione autonoma Val Chisone.

Essi agiscono con audacia e temerarietà colpendo il nemico fin dentro la città. Nella notte fra il 17 e il 18 settembre sorprendono il presidio della polizia ausiliaria di via Pesaro a Torino (quartiere Aurora) e senza spargimento di sangue, si impadroniscono di armi e approvvigionamenti, tornando incolumi qualche ora più tardi alla loro base della Verna. Per alcune settimane riescono perfino ad occultare un camion alla casermetta della guardia forestale, qualche centinaio di metri più a valle al limite della strada carrozzabile.

Ma a partire dal giorno 27 novembre 1944, un vasto rastrellamento tedesco travolge la Val Sangone e le frazioni alte di Cumiana.
I nazisti attaccano all'alba la banda di Rossi aprendo il fuoco dalle alture circostanti. Dopo un violento scambio di colpi, i partigiani tentano una sortita dalle baite: alcuni si salvano dileguandosi nei boschi sottostanti, otto cadono nelle vicinanze (Gianni Gino, Gianni Bert, Giuseppe Bonino, Giuseppe Garuffi, Faroni, Ferlito, Foglia, Trizza e Vaglio o Vagliò, il cuoco della banda); altri - Carosso e Dal Bianco - saranno catturati e fucilati a Giaveno, mentre il comandante Gavazzeni verrà preso qualche giorno dopo nei dintorni di Sangano e internato prima a Bolzano, poi a Mauthausen, dove morirà nel marzo successivo.

Fausto Gavazzeni   Fausto Gavazzeni
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Nelle stesse ore, alla Fiola, nei pressi della Colletta, sono uccisi quattro civili inermi: le sorelle Esterina e Luigina Amè (30 e 22 anni),Orsola Gontero di 43 anni e Pasqualino Daghero di 48 anni. Altri due, Giacomo Gaidone e Francesco Lauretta, vengono passati per le armi a poca distanza nei pressi della rotabile per Giaveno (non esiste lapide) la stessa strada dove muore un partigiano garibaldino, Ernesto Comoretto (cippo alla borgata Bianchi), con base in Val Susa, mentre è di scorta sull'auto che trasporta due ufficiali partigiani, tra cui Plinio Pinna Pintor, il figlio del fondatore dell'omonima clinica torinese, che si salva gettandosi nella scarpata.

Ai Morelli, il giorno 15 dicembre 1944, cadrà Alessandro Vesco, partigiano della Val Sangone (non c'è lapide); il 20 dicembre muore al Ciom, per tragica fatalità, un patriota di appena 16 anni, Alessandro Garrone, che si addormenta su una sedia lasciando aperta la sicura della sua rivoltella.

La lapide posta sulla parete della chiesa riporta anche il nome di Costanzia di Costigliole (Tenente Corsi) rimasto gravemente ferito in un incidente stradale a Orbassano pochi giorni prima mentre tornava da un'azione di guerriglia effettuata a Torino.
Morì lo stesso 27 novembre all'ospedale di Giaveno, dopo una settimana di agonia durante la quale era rimasto coricato su un giaciglio di paglia negli scantinati dell'ospedale, assistito dalla madre e dalle suore.

La stele riporta anche il nome di Roberto Coletto, morto per le conseguenze di un altro incidente automobilistico avvenuto il 26 ottobre 1944 allorché il mezzo su cui viaggiava si rovesciò nel torrente nei pressi del ponte della Magnina (un cippo lo commemora sul luogo dell'evento). Infine è doveroso ricordare la morte di Bernardino Pautasso, partigiano in Val Sangone ucciso per errore dai suoi stessi compagni alla Colletta il 10 ottobre 1944.
Anche per lui non esiste ancora una lapide.


Fonti:
  • Airsp, Banca dati partigianato piemontese
  • Luciano Boccalatte, Andrea d’Arrigo, Bruno Maida, "Guida ai luoghi della guerra e della Resistenza nella provincia di Torino", Blu Edizioni, Torino, 2009
  • Marco Comello, "Covo di banditi", Alzani, Pinerolo, 1998
  • Michele Ficco, "La gioventù che resta. La storia del partigiano Michele, della brigatae del Palazzo Campana", Editori Riuniti, Roma, 2005
  • Gianni Oliva, "La Resistenza alle porte di Torino", prefazione di Guido Quazza, Edizioni Fanco Angeli, Milano, 1989
  • Angela Trabucco, "Resistenza in Valchisone e nel pinerolese" Alzani, Pinerolo, 1984
Per informazioni:
http://www.memorialcumiana.it/homepage.html
https://www.anpicumiana.it/documenti.html

Potete ascoltare l’audio della descrizione qui:

Video di Bella Ciao eseguita da Paolo Fresu

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